Frattura del Femore
La frattura del femore rappresenta una delle lesioni ossee più gravi, specie quando coinvolge la porzione
prossimale (collo o trocantere). Negli anziani con osteoporosi essa spesso insorge a seguito di cadute
banali; nei giovani, è conseguenza di traumi ad alta energia. Curiosità: uno studio ha dimostrato che la mortalità
a un anno dalle fratture del collo femorale supera il 20%, principalmente per complicanze da immobilità e
comorbilità concomitanti.
Anatomia e Fisiopatologia
Il femore è l’osso più lungo e robusto del corpo umano; si suddivide in:
Diafisi: corpo cilindrico portante, sede di numerose fratture da torsione o impatto diretto.
Metafisi prossimale: include il collo femorale (intra ed extra-capsulare) e i trocanteri (grande e piccolo
trocantere), punti di inserzione dei muscoli glutei e adduttori.
Metafisi distale: si articola con la tibia e la rotula.
La frattura si verifica quando le forze esterne (caduta, incidente) eccedono la resistenza ossea, spesso aggravata da:
Osteoporosi → ridotta densità minerale ossea.
Microtraumi ripetuti → indebolimento strutturale.
Traumi ad alta energia (incidenti stradali, sport estremi).
Classificazione e Tipologie di Frattura
Fratture Prossimali:
Collo femorale
Intra‑capsulare: a rischio di necrosi avascolare.
Extra‑capsulare: meno complicata da un punto di vista vascolare.
Trocanteriche
Pertrocanterica (attraversa il grande trocantere).
Subtrocanterica (sotto il grande trocantere).
Fratture della Diafisi:
Trasversali, oblique o spiroidi.
Comminute (più frammenti, instabili).
Fratture Distali:
Metafisarie o condiloidee, spesso associate a lesioni del ginocchio.
Ogni tipo di frattura guida la scelta tra osteosintesi (vite, placca, chiodo) e protesi articolare.
Epidemiologia
Incidenza: 150–200 casi ogni 100 000 abitanti/anno nelle popolazioni anziane.
Età: picco tra i 75 e 85 anni per le fratture prossimali.
Sesso: rapporto F/M di circa 2:1, per l’osteoporosi post‑menopausale.
Conseguenze: ricovero medio 10–14 giorni, elevata mortalità e disabilità a lungo termine.
Fattori di Rischio
Osteoporosi e bassa densità ossea.
Cadute ricorrenti in soggetti fragili.
Età avanzata e sarcopenia.
Farmaci (corticosteroidi, anticoagulanti).
Patologie metaboliche (diabete, iperparatiroidismo).
Traumi ad alta energia nei giovani.
Sintomatologia
Dolore intenso alla regione antero‑laterale della coscia o all’inguine.
Incapacità di carico e di deambulazione.
Accorciamento e rotazione esterna dell’arto.
Gonfiore ed ecchimosi (talvolta tardive).
Diagnosi
Valutazione Clinica
Anamnesi del meccanismo traumatico.
Ispezione (deformità, accorciamento), palpazione dolorosa.
Esami Strumentali
Radiografia antero‑posteriore e laterale: conferma sede e pattern.
Tomografia Computerizzata (TC): utile per fratture complesse o comminute.
Risonanza Magnetica (RMN): in caso di sospetta frattura da stress non visibile in RX.
Approcci Terapeutici
Trattamento Conservativo
Indicazioni limitate a pazienti ad alto rischio chirurgico.
Immobilizzazione con trazione scheletrica o tutori.
Controllo del dolore e prevenzione delle complicanze da allettamento.
Trattamento Chirurgico
Osteosintesi interna: viti, placche, chiodo endomidollare.
Artroprotesi: emiprotesi o protesi totale nei soggetti anziani con frattura del collo.
Fissazione esterna: in urgenza o in presenza di gravi lesioni dei tessuti molli.
Trattamenti fisioterapici migliori secondo la letteratura
Mobilizzazione Precoce e Reintegrazione del Carico
Cosa prevede: avvio del carico parziale e dei trasferimenti entro 24–48 ore post‑operatorie.
Evidenza: associata a migliore capacità deambulatoria e indipendenza nelle attività quotidiane PubMed.
Fonte: Early mobility on the first day after hip fracture surgery.
Rinforzo Muscolare del Quadricipite e degli Estensori dell’Anca
Cosa prevede: isometrici iniziali, quindi esercizi concentrici/eccentrici progressivi.
Evidenza: migliora forza, resistenza e autonomia funzionale PubMed.
Fonte: Prolonged strength training in older patients after hip fracture.
Allenamento propriocettivo ed equilibrio
Cosa prevede: esercizi su superfici instabili, training con pedane oscillanti, cammino assistito.
Evidenza: riduce il rischio di cadute e migliora la stabilità posturale PubMed.
Fonte: Balance and proprioceptive training after hip fracture.
Idrokinesiterapia
Cosa prevede: esercizi in piscina riscaldata per ridurre il carico articolare e facilitare il movimento.
Evidenza: accelera il recupero del range articolare e migliora la funzione muscolare PubMed.
Terapie Strumentali: Ultrasuoni e LIPUS
Cosa prevede: ultrasuoni per stimolare la vascolarizzazione, LIPUS per accelerare la formazione di callo osseo.
Evidenza: migliora la qualità della guarigione ossea nei modelli sperimentali PubMed.
Conclusioni
La frattura del femore richiede un percorso integrato: intervento chirurgico tempestivo, controllo del dolore, mobilizzazione precoce e riabilitazione mirata. Gli esercizi di rinforzo muscolare, l’allenamento propriocettivo, l’idrokinesiterapia e le terapie strumentali costituiscono la strategia più efficace per ridurre complicanze, accelerare il recupero funzionale e prevenire recidive.
Fonti di Approfondimento
Early mobility on the first day after hip fracture surgery https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/36448297
Prolonged strength training in older patients after hip fracture https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/22198639
Effects of balance and proprioceptive training after hip fracture https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/29525292
Hydrotherapy benefits in hip rehabilitation https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/37038629
Low‑intensity pulsed ultrasound for bone healing https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/36266570


Classificazione di frattura di femore