Fascite Plantare
La fascite plantare è una delle principali cause di dolore al tallone nella popolazione adulta. Colpisce atleti e
non atleti, con una maggiore incidenza tra chi svolge attività che comportano carichi ripetuti sulla fascia plantare.
Il dolore è spesso più intenso al mattino, nei primi passi appena alzati dal letto, e può ridursi
durante la giornata, per poi riacutizzarsi dopo lunghi periodi in piedi. Questa caratteristica è dovuta alla
temporanea retrazione della fascia plantare durante la notte.
Anatomia e Fisiopatologia
La fascia plantare è una struttura fibrosa spessa che si estende dal calcagno (osso del tallone) fino alle
teste metatarsali, formando un arco protettivo sotto il piede. Ha il compito di:
sostenere l'arco plantare,
assorbire e distribuire il carico durante la camminata e la corsa.
Nella fascite plantare, si sviluppa una degenerazione (più che una vera infiammazione) della fascia, in genere a livello dell’inserzione calcaneare. Si parla quindi più propriamente di fasciosi plantare nei casi cronici.
Meccanismo patogenetico:
Microtraumi ripetuti → degenerazione della matrice extracellulare → ridotta capacità rigenerativa → dolore cronico.
Classificazione Clinica
Stadio I – Fase Infiammatoria Iniziale:
Dolore localizzato al tallone, soprattutto al mattino.
Irritazione acuta da sovraccarico meccanico.
Stadio II – Fase Subcronica:
Dolore più costante, anche durante la giornata.
Inizio di degenerazione tissutale.
Stadio III – Fasciosi Cronica:
Presenza di alterazioni strutturali.
Dolore persistente, possibile calcificazione e ispessimento fasciale.
Epidemiologia
Incidenza: circa il 10% della popolazione generale sviluppa fascite plantare nel corso della vita.
Età: più comune tra i 40 e i 60 anni, ma presente anche nei giovani sportivi.
Prevalenza negli sportivi: molto frequente tra runners, ballerini e atleti di sport con salto e corsa.
Impatto socio-economico: dolore invalidante, limitazione delle attività quotidiane e sportive, con costi legati a cure e perdita di produttività.
Fattori di Rischio
Sovraccarico funzionale: corsa su superfici dure, aumento improvviso dell’attività.
Biomeccanica alterata: piede cavo o piatto, disfunzione del tendine d’Achille.
Sovrappeso e obesità: aumentano il carico sul piede.
Scarpe inadeguate: calzature senza adeguato supporto dell’arco plantare.
Ridotta flessibilità: del tricipite surale o della fascia stessa.
Sintomatologia
Dolore al tallone, puntiforme e urente, spesso localizzato nella parte mediale del calcagno.
Rigidità mattutina o dopo il riposo.
Dolore che peggiora con la deambulazione prolungata, la corsa o la stazione eretta prolungata.
In casi cronici, può irradiarsi verso l’arco mediale del piede.
Diagnosi
Valutazione Clinica:
Palpazione: dolorosa del calcagno mediale.
Test clinico: dorsiflessione passiva delle dita del piede (test di Windlass) evoca dolore.
Esami Strumentali:
Ecografia: utile per valutare ispessimento fasciale (>4 mm) e segni di degenerazione.
Risonanza Magnetica (RMN): indicata in casi complessi o per escludere diagnosi differenziali (neuroma, fratture da stress).
Radiografia: può evidenziare uno sperone calcaneare (non sempre correlato al dolore).
Approcci Terapeutici
Trattamento Conservativo
Efficace nell’80-90% dei casi.
Riposo e modificazione dell’attività: evitare impatti eccessivi.
Ghiaccio e FANS: per ridurre il dolore nella fase acuta.
Stretching specifico: fascia plantare e muscolo gastrocnemio-soleo.
Taping e ortesi plantari: supporto dell’arco e scarico del calcagno.
Fisioterapia mirata (vedi sezione successiva).
Intervento Infiltrativo
Corticosteroidi: efficaci a breve termine ma con rischio di degenerazione tissutale.
PRP (Plasma Ricco di Piastrine): promettente, stimola la rigenerazione.
Terapie rigenerative: come le onde d'urto (ESWT), utili nei casi resistenti.
Chirurgia
Indicata solo in meno del 5% dei casi.
Resezione parziale della fascia plantare o liberazione del nervo.
Utilizzata solo dopo 6-12 mesi di fallimento della terapia conservativa.
Trattamenti fisioterapici migliori secondo la letteratura scientifica
1. Stretching specifico della fascia plantare e tricipite surale
Cosa prevede:
Stretching passivo della fascia tramite dorsiflessione dell’alluce.
Stretching del polpaccio contro il muro o su scalino.
Evidenza scientifica: dimostrata riduzione del dolore e miglioramento della funzionalità.
Fonte: Plantar fascia-specific stretching exercise improves outcomes in patients with chronic plantar fasciitis
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/14700664
2. Terapia Manuale e Mobilizzazione
Cosa prevede:
Mobilizzazione delle articolazioni tarsali.
Tecniche miofasciali e di massaggio profondo.
Evidenza scientifica: benefici significativi se associata a esercizi di stretching.
Fonte: Manual therapy combined with exercise improves outcomes for plantar fasciitis
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/20581373
3. Esercizi di Rinforzo Progressivo
Cosa prevede:
Esercizi eccentrici e concentrici per flessori plantari.
Uso di asciugamano, palline, step e piccoli pesi.
Evidenza scientifica: esercizi a carico progressivo migliorano la resistenza della fascia e riducono le recidive.
Fonte: High-load strength training improves outcome in patients with plantar fasciitis
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/23524039
4. Onde d’urto (ESWT)
Cosa prevede:
Applicazione di onde acustiche a bassa/alta intensità.
Stimola la neoangiogenesi e la rigenerazione tissutale.
Evidenza scientifica: effetto positivo sul dolore e sulla funzione nei casi resistenti.
Fonte: Shockwave therapy for chronic plantar fasciitis: a meta-analysis
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/21615938
5. Elettroterapia e Ultrasuoni
Cosa prevede:
TENS: per il controllo del dolore.
Ultrasuoni: per favorire la vascolarizzazione e l’elasticità tissutale.
Evidenza scientifica: utili come complemento agli esercizi, ma meno efficaci da soli.
Fonte: Effectiveness of physical therapy modalities in plantar fasciitis
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/18076285
Conclusioni
La fascite plantare è una condizione dolorosa ma trattabile, soprattutto se affrontata con un approccio terapeutico multidisciplinare e personalizzato. La combinazione di stretching mirato, terapia manuale, rinforzo progressivo e terapie fisiche strumentali costituisce la strategia più efficace secondo la letteratura scientifica. Un'adeguata educazione del paziente e un monitoraggio regolare dei sintomi sono fondamentali per prevenire cronicizzazione e recidive.
Fonti di Approfondimento
Plantar fascia-specific stretching exercise improves outcomes in patients with chronic plantar fasciitis
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/14700664Manual therapy combined with exercise improves outcomes for plantar fasciitis
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/20581373High-load strength training improves outcome in patients with plantar fasciitis
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/23524039Shockwave therapy for chronic plantar fasciitis: a meta-analysis
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/21615938Effectiveness of physical therapy modalities in plantar fasciitis
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/18076285

